Santa Rachele, patrona delle mamme che hanno perso un figlio

Rachele, che significa pecorella, fu la seconda moglie di Giacobbe, la moglie amata. Quando Giacobbe si rifugiò presso lo zio, per fuggire da Esaù, si innamorò di lei, lavorò sette anni presso lo zio Labano per averla in moglie. Ma Labano lo ingannò dandogli in moglie prima Lia, la primogenita, da cui ebbe quattro figli.

Rachele, che era sterile, gridò al marito:”Dammi dei figli se no muoio”. (Genesi 29,15-30)

Giacobbe reagì duramente, ricordando a Rachele che la vita è un dono divino. Lia trascurata era però feconda, Rachele amata era invece sterile. Dice la Bibbia che a questo punto Dio si ricordò di Rachele, la esaudì e la rese feconda. Essa concepì e partorì Giuseppe, venduto dai fratelli come schiavo in Egitto, e un secondo figlio con travaglio difficile che ne causò la morte. Qualche minuto prima di morire Rachele diede a suo figlio il nome Ben-Oni che giacobbe muterà in Beniamino (Genesi 35, 16-20).

Fu sepolta lungo la strada Efrata, identificata oggi come Betlemme (Genesi 48,7). Sulla sua tomba Giacobbe eresse una stele. Ancora oggi all’ingresso di Gerusalemme esiste un piccolo mausoleo dedicato a Rachele e la sua tomba è meta di pellegrinaggio. Rachele fa parte del grande programma di Dio e come tale anch’essa è considerata persona santa e oggi con tutti gli antenati di Gesù, uomini e donne, giusti e fedeli alla legge divina, viene ricordata il 24 Dicembre.

Il personaggio biblico di Rachele è citato anche nel Nuovo Testamento come simbolo delle madri inconsolabili : “Un grido si è udito a Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perchè non sono più” (Matteo 2, 18).

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